21.10.06

sharia in somalia e la musica è vietata

Dopo molti anni di guerra civile, le milizie islamiche hanno il controllo del Paese.
E' tornata una sorta di pace ma sono iniziati i vari divieti, poco tempo fa leggevo che le partite di calcio del mondiale trasmesse in tv erano vietate (avessi detto le veline-letterine e affini...)
Ora anche la musica è vietata.
Non solo il rock malvagio proveniente dal paese del demonio a stelle e strisce, ma tutta la musica, anche quella tradizionale somala.
E otto membri della Commissione nazionale per la musica, affiliatia all'Unesco e sono stati condannati a morte (se volete, ecco il verso-legge di riferimento per molte condanne a morte sura V, verso 33)

Ora, punto primo: queste cose vanno denunciate e gridate, le condanne a morte fanno tutte ribrezzo, ma una condanna a morte perchè si è musicisti o musicologi non può essere accettata.
Punto secondo: l'islam non può essere come lo intendono questi talebani.
Infatti Magdi Allam, lui sempre critico verso il mondo islamico, chiarisce il mio dubbio, e dice "Per la verità nel Corano non c'è un divieto esplicito della musica e del canto..."
Appunto, non c'è ma questi si arrogano il diritto di vietare cose per cui varrebbe la pena di lottare, di combattere e pure morire. Riprendendo una provocazione di Giu. Fer. , se Roma (o Londra, o Parigi...) fosse invasa dagli islamici e imponessero la legge islamica, noi, occidentali occupati, non diventeremmo tutti dei kamikaze?
si giulianone, credo proprio di si.

Invece sul primo punto riprendo quello che ha scritto Michele Serra, non su ilfoglio (ma Andrea gli ha dedicato una sua version):

E' veramente penoso che ad ogni articolo o vignetta o filmato ostili all'Islam i governi europei si sentano in dovere di scusarsi, specificando che questi attacchi 'non esprimono l'opinione del nostro paese sull'islam'. L'ultimo episodio è avvenuto in Danimarca dove una tivù privata a messo in onda una cosetta del locale partito fascista contro Maometto. Nell'etere, su internet e sui giornali, com'è noto circolano bassezze d ogni risma, in genere antiumane prima ancora che antislamiche o anticristiane o quant'altro: nessun governo democratico è in grado di controllarle nè si sogna di farlo, perchè dunque porgere all'islam e solo all'islam frettolose e pompose scuse?
Si, lo so, è per paura di ritorsioni, attentati, assassini. Ma poichè, in linea di principio, qui in Europa nessuna comunità ha il diritto di condizionare la libertà di espressione (se non ricorrendo ai tribunali in caso di diffamazione o incitamento all'odio razziale), riconoscere 'all'islam' (e quale poi?) questo diritto di veto politico è un errore micidiale. Ogni mussulmano inteligente e civile sa benissimo come funzionano le cose in democrazia. I governi che si scusano, dunque, lo fanno a vantaggio di una minoranza di fanatici, riconoscendoli , di fatto, come interlocutori. Meglio sarebbe piantarla di scusarsi,e ripetere una volta per tutte, piuttosto, che la libertà di espressione, qui da noi, è un diritto così forte e riconosciuto che una parola grave non può certo metterlo in discussione
Michele Serra, La Repubblica, 10 ottobre 2006

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